La scelta tra un mutuo a tasso variabile indicizzato all'Euribor o al tasso BCE richiede una valutazione attenta e consapevole, considerando i vantaggi e gli svantaggi di entrambe le opzioni.
In primo luogo è importante sottolineare che il tasso BCE è determinato dalla Banca Centrale Europea e quindi non subisce oscillazioni giornaliere come l'Euribor, il quale viene calcolato in base al costo del denaro scambiato tra le principali banche europee. Inoltre il tasso BCE è storicamente più basso dell'Euribor, offrendo maggiore stabilità ai mutuatari.
Però i mutui a tasso BCE hanno spread più elevati rispetto a quelli indicizzati all'Euribor, il che può rendere l'offerta meno conveniente. Lo spread è un ricarico sul tasso di interesse applicato al capitale e rappresenta il guadagno della banca. È quindi importante valutare con attenzione le proposte delle diverse banche per individuare quella più vantaggiosa.
I mutui a tasso variabile, indipendentemente dall'indice utilizzato, hanno il vantaggio di essere solitamente più convenienti dei mutui a tasso fisso al momento della sottoscrizione, ma comportano il rischio di una rata soggetta a variazioni del mercato monetario. Ciò significa che in caso di aumento del tasso di riferimento la rata di rimborso aumenta, mentre in caso di diminuzione la rata diminuisce.
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Meglio un mutuo a tasso variabile Euribor o BCE?
Un excursus storico degli ultimi 15 anni aiuta a capire vantaggi e svantaggi dei mutui a tasso variabile, se conviene di più un mutuo a tasso variabile Euribor o a tasso BCE e in che occasioni.Come prima cosa bisogna aver chiara la differenza tra Euribor e tasso BCE (costo del denaro), perché il primo è influenzato dal secondo, che dipende dalle scelte di politica monetaria della Banca Centrale Europea.
Cosa è l'indice Euribor
L'Euribor, ovvero l'Euro Interest Bank Offered Rate, è un indice ampiamente utilizzato per la determinazione del tasso di interesse applicato ai mutui a tasso variabile. Tale indice viene pubblicato giornalmente dalla Federazione Bancaria Europea ed è calcolato sulla base del tasso medio di interesse delle transazioni finanziarie in Euro tra le principali banche europee.In pratica l'Euribor è il tasso di interesse a cui le principali banche europee si prestano denaro tra loro: se la BCE aumenta il costo del denaro alzando il tasso di rifinanziamento principale (il tasso BCE appunto) e gli altri tassi sui depositi, anche le banche dovranno aumentare i tassi di interesse sui prestiti (che si fanno tra di loro e che concedono ai clienti) perché "pagano" di più il denaro che prendono dalla BCE.
L'Euribor può essere calcolato a 1 mese, 3 mesi, 6 mesi e a 12 mesi (per i mutui in genere si usa l'Euribor 3 o 6 mesi) e rappresenta un parametro fondamentale per il calcolo del costo dei mutui ipotecari, poiché ne influenza direttamente l'importo. Grazie alla sua ampia diffusione su scala internazionale l'Euribor è il punto di riferimento per il mercato finanziario europeo, nonché uno strumento di grande utilità per investitori, analisti e operatori del settore bancario.
Cosa è il tasso BCE
Rispetto all'Euribor, per i mutui il tasso BCE è molto meno diffuso ma è comunque un importante parametro di riferimento per il mercato finanziario europeo, anzi sicuramente il più importante.A differenza dell'Euribor il tasso BCE è determinato direttamente dalla Banca Centrale Europea e non è quindi soggetto alle oscillazioni quotidiane di mercato. Tale indice costituisce il parametro principale per determinare gli interessi dei prestiti che la BCE fa alle banche europee o dei depositi che le banche effettuano presso la BCE.
In altre parole il tasso BCE rappresenta il costo del denaro in Europa e una sua variazione ha ripercussioni sugli altri indici di mercato quali l'Euribor e l'IRS.
Quando l'inflazione è bassa o bisogna stimolare l'economia europea la BCE abbassa il costo del denaro per immettere più liquidità nel sistema economico, come è successo negli anni 2012/2021 con il Quantitative Easing: il tasso BCE è rimasto a zero per diversi anni, portando anche ad avere finanziamenti molto più convenienti che in passato.
Dal 2022 la necessità di contrastare l'inflazione, schizzata alle stelle a causa del rimbalzo economico post-pandemia e della guerra in Ucraina, ha spinto la BCE (come le altre banche centrali) a continui rialzi dei tassi di interesse di rifinanziamento, con il costo del denaro arrivato al 3% in pochi mesi e che si è portato dietro anche i tassi di interesse dei finanziamenti, in particolare dei mutui a tasso variabile.
Andamento tasso BCE negli ultimi 10 anni (fonte: MutuiSupermarket) |
Nel report aggiornato ogni mese Previsioni tassi mutui tutti i dettagli sull'andamento degli interessi, gli aumenti delle rate e le possibili evoluzioni future.
Va sottolineato che l'utilizzo del tasso BCE per la determinazione del tasso di interesse dei mutui a tasso variabile è meno diffuso rispetto all'Euribor, ma è comunque un indicatore più stabile nel lungo termine, poiché non subisce le quotidiane fluttuazioni del mercato e storicamente è più basso dell'Euribor: gli anni in cui era a 0 mentre l'Euribor in negativo sono stati un'eccezione.
Mutuo variabile a tasso BCE o Euribor: quale conviene di più?
I mutui a tasso BCE non sono molto richiesti dai clienti né molto proposti dalle banche: in Italia sono stati introdotti dal 2009, nel pieno della grande crisi dei mutui subprime, che partita dagli Usa colpì pesantemente anche l'Europa, portando l'indice Euribor a livelli altissimi, cosa che portò ad aumenti spropositati per le rate dei mutui nel giro di poco tempo.Un mutuo variabile a tasso BCE è più stabile di un mutuo a tasso variabile Euribor, ovvero ha una rata più costante perché la quota capitale non varia in continuazione come succede appunto coi l'indice Euribor: il costo del denaro viene deciso dalla Banca Centrale Europea in funzione delle politiche economiche necessarie a sostenere l'economia e storicamente non è cambiato che due o tre volte all'anno, mentre l'Euribor nelle sue varie versioni cambia ogni giorno, seppur di poco.
Per lo meno, così è stato nei primi anni dall'introduzione dei mutui a tasso BCE e fino a tutto il 2021, quando a causa dell'inflazione le cose sono cambiate radicalmente.
Dopo la crisi dei mutui sub-prime del 2008/09 e ancora di più dopo la crisi del debito sovrano del 2010/11, la Banca Centrale Europea ha dovuto adottare una politica monetaria fortemente espansiva, portando il costo del denaro verso lo 0%, dove è rimasto per anni.
Dipendendo in larga parte dal tasso BCE anche l'Euribor è rimasto a livelli minimi, anche sotto lo zero, "costringendo" le banche a offrire mutui a tasso variabile con interessi davvero super convenienti.
Ma dal 2022 la situazione è mutata a causa dell'inflazione: la BCE ha impostato una politica monetaria restrittiva, col tasso BCE portato da 0% a 3% in meno di un anno, il che ha fatto lievitare tutte le versioni dell'Euribor da 0% al 3% / 4%, con rialzi per i mutui davvero notevoli.
Andamento dell''indice Euribor negli ultimi 10 anni (fonte: MutuiSupermarket) |
In questo contesto i mutui a tasso variabile sono arrivati agli stessi livelli dei mutui a tasso fisso: in genere sono più convenienti, ma proprio la loro "variabilità" è un punto a sfavore perché in periodi come questo (e come il 2008/09) si sperimentano aumenti della rata di svariate centinaia di euro al mese.
Con ogni probabilità i tassi dei mutui scenderanno, anche se non ai livelli di quando Euribor e tasso BCE erano a zero, ma comunque nel corso dei 20 anni circa di rimborso del mutuo è sempre un'incognita.
Cosa fare se la rata mutuo è diventata troppo cara:
- Rinegoziazione e surroga del mutuo
- Sospensione mutuo col Fondo di Solidarietà
- Cambio mutuo da variabile a fisso
Nell specifico della convenienza di un mutuo variabile a tasso BCE, il discorso è che se il livello dell'Euribor e del tasso BCE in genere è simile o poco più favorevole al secondo, si paga però uno spread bancario più elevato e dunque il TAEG del mutuo (il suo reale costo) è in genere un po' più elevato.
In cambio si ha però maggiore stabilità nel corso dell'ammortamento e inferiori livelli massimi raggiungibili in un periodo di politiche monetarie restrittive.
In definitiva non esiste un mutuo in assoluto migliore, ma la scelta dipende dalle esigenze e dalle capacità finanziarie del mutuatario. È importante valutare con attenzione le diverse proposte e consultare un esperto del settore per prendere la decisione più adeguata alle proprie necessità.
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