09 febbraio 2023

Le Tasse sull'Affitto Breve: Cedolare Secca, IRPEF e Partita Iva

Le tasse da pagare sull'affitto breve sono un fattore chiave da analizzare quando si vuole investire in immobili, date le particolari condizioni di questo tipo di locazione.

L'affitto breve, spesso utilizzato come affitto turistico, dura al massimo 30 giorni ed è tra le più comuni modalità di guadagnare da una proprietà immobiliare per chi non è un imprenditore e magari ha un appartamento da affittare: per un proprietario immobiliare senza partita Iva la tassazione dell'affito breve, molto semplificata, varia tra il 21% e il 43% del reddito da affitto a seconda del regime scelto.

Invece per un imprenditore immobiliare le tasse sul reddito da affitto breve dipendono dal regime di partita Iva. Importante sapere che per essere classificato come proprietario immobiliare imprenditore non è detto che serva avere molte proprietà, potrebbe bastarne anche una sola.


Che tasse si pagano sugli affitti brevi?

Sugli affitti brevi si paga l'IRPEF o la cedolare secca, scelta possibile solo se si è piccoli proprietari immobiliari non imprenditori, altrimenti si deve avere la partita Iva e pagare le tasse secondo il regime scelto.

Un proprietario immobiliare senza partita Iva può affittare non più di quattro immobili, mentre da quattro in su è considerato un proprietario immobiliare professionista.

Ma attenzione: si deve avere la partita Iva anche in caso di affitto breve con servizi aggiuntivi, anche per un solo immobile. Ad esempio è il caso di chi ha una casa che mette in affitto turistico offrendo il servizio pulizia mentre gli ospiti sono presenti.

Dunque si possono mettere fino a quattro immobili in affitto breve o turistico e usufruire della tassazione sugli affitti per le persone fisiche.

Affitto breve e cedolare secca

La cedolare secca è un regime agevolato col quale si applica un'imposta del 21% sui redditi da affitto, che sostituisce l'IRPEF e tutte le addizionali comunali e regionali.

Come specificato dall'Agenzia delle Entrate, si può applicare la cedolare secca agli affitti brevi e turistici. La cedolare secca per gli affitti a canone concordato è del 10%, ma non si può applicare il canone concordato all'affitto breve.

La cedolare secca è più vantaggiosa dell'IRPEF? Non è detto, perché oltre a calcolarsi sul 100% del reddito da affitto invece che sul 95% come l'IRPEF, fa uscire quanto guadagnato con l'affitto dal reddito totale che può beneficiare di detrazioni e deduzioni. Nella guida Vantaggi e svantaggi della cedolare secca tutti i dettagli.

Affitto breve, IRPEF e partita Iva

Se il proprietario immobiliare non imprenditore può scegliere di pagare le tasse sull'affitto breve con cedolare secca o IRPEF secondo la sua convenienza, questo non è possibile per chi invece è un proprietario immobiliare professionista, che deve aprire la partita Iva.

La persona fisica, a seconda del reddito generato dalle sue attività di lavoratore autono con partita Iva (e quindi anche proprietario immobiliare), può optare per il regime forfettario e pagare una tassazione del 15% sulla base imponibile calcolata a forfait a seconda del tipo di attività ma senza la possibilità di scaricare i costi, oppure può scegliere la partita Iva a regime semplificato e pagare le tasse sull'affitto breve secondo i normali scaglioni IRPEF ma potendo scaricare le spese di gestione dell'immobile.

Si può optare anche per la partita Iva a regime ordinario che ha più vantaggi fiscali e grandi costi di gestione, ma è quello adatto alle società di medie-grosse dimensioni e non per un singolo proprietario immobiliare.
Nessun commento: