24 febbraio 2023

I Rischi delle Obbligazioni e Come Tutelarsi

I principali rischi di investire in obbligazioni, che siano Titoli di Stato come Bot e Btp italiani, Bund tedeschi, Treasure Bond statunitensi e altri (obbligazioni goverative) o bond corporate (obbligazioni societarie), sono cinque: il default o fallimento dell'emittente, l'aumento dei tassi di interesse da parte delle banche centrali, l'inflazione, il rischio di cambio per gli investimenti in obbligazioni in valuta estera, il rischio di liquidità.

Rischi di obbligazioni e Titoli di Stato: il default dell'emittente

Il più devastante caso che possa capitare a chi detiene bond societari o statali nel proprio portafoglio d'investimenti è il default, il fallimento dello Stato o della società che ha emesso l'obbligazione. Basti citare i casi di alcuni anni fa di Cirio, Parmalat e Argentina per rendersi conto della gravità della situazione.

I bond più esposti a questo rischio sono le obbligazioni high yield, che ovviamente offrono rendimenti maggiori e altri vantaggi rispetto a titoli meno rischiosi. Ma il rischio di default è un rischio degli investimenti in obbligazioni sempre presente, un elemento potenziale che, anche se poi non si concretizza, porta a situazioni concrete.


Un esempio di cosa comporta il rischio default sui bond governativi è quello relativo ai Titoli di Stato italiani: periodicamente l'instabile situazione politica del Belpaese non convince i mercati e fa percepire il rischio di default più elevato, dunque Bot e Btp diventano meno appetibili e il Tesoro deve piazzarli con tassi di interesse più alti (così si alza il famoso spread Btp-Bund). In questi casi si abbassa il loro valore, ovvero scende il prezzo delle obbligazioni governative italiane, anche per chi già ne detiene nel proprio portafoglio.

Come difendere gli investimenti in obbligazioni dal rischio default? Un'attenta analisi della situazione al momento dell'acquisto (fondamentali dell'emittente, rischio di credito) e continui aggiornamenti sono obbligatori, come anche la diversificazione del portafoglio. Inoltre strumenti assicurativi come i Credit Default Swap sono consigliati a chi investe molti soldi.

Diversificare il portafoglio è la miglior strategia per difendersi dai rischi di ogni tipo di investimento, ma in particolar modo per gli investimenti in obbligazioni dei Paesi Emergenti la diversificazione risulta fondamentale per evitare i danni del rischio default.

I rischi di investire in obbligazioni: l'inflazione

Quando si parla di investimenti in obbligazioni uno dei rischi principali è rappresentato dall'inflazione, perché può ridurre significativamente il valore dell'investimento, in particolare nel medio-lungo periodo.

L'inflazione rappresenta infatti un pericolo per i titoli obbligazionari in quanto riduce il potere d'acquisto delle cedole e del capitale investito, ma soprattutto fa scendere il prezzo delle obbligazioni: in altre parole, se l'investitore decidesse di vendere le sue obbligazioni prima della scadenza subisce una perdita economica.

Un esempio di questo tipo di situazione si è verificato nel maggio-giugno 2015, quando è stata registrata una grande vendita di Bund decennali tedeschi. La motivazione principale di questa vendita era appunti la ripresa dell'inflazione, che era stata provocata dai primi effetti del Quantitative Easing della BCE. In questo caso, sebbene i rendimenti siano poi risaliti, sono rimasti a livelli molto bassi per un certo periodo di tempo, il che ha fatto sì che non compensassero la crescita dei prezzi al consumo.

Per evitare il rischio di inflazione gli investitori possono decidere di investire in obbligazioni inflation linked, come ad esempio i Btp Italia perché in questi titoli il valore dell'investimento è legato all'andamento dell'inflazione, il che può rappresentare una protezione significativa per l'investitore.

In alternativa gli investitori possono scegliere di investire in strumenti diversi, come alcune tipologie di Buoni Fruttiferi Postali, che offrono tassi di interesse più elevati rispetto ai conti deposito e possono rappresentare una soluzione interessante per coloro che desiderano proteggere i propri risparmi dall'inflazione.

Il rischio di cambio quando si investe in obbligazioni in valuta estera

Che si tratti di Titoli di Stato di paesi emergenti o più consolidati, piuttosto che di bond societari, chi compra obbligazioni in valuta estera si espone al rischio di cambio, dovuto alle oscillazioni dei rapporti tra le monete (base del trading forex).

Il rischio di cambio è il pericolo che il valore dell'investimento subisca delle fluttuazioni a causa delle oscillazioni dei rapporti tra le valute. Questo tipo di rischio può essere presente sia per i Titoli di Stato di paesi emergenti che per quelli di paesi più consolidati, così come per i bond societari.

Per gli investitori italiani ed europei in generale, il rischio di cambio si verifica quando l'euro si rafforza sulla valuta a cui è indicizzata l'obbligazione perché in questo caso l'investimento perde valore. Viceversa, se è l'euro a deprezzarsi rispetto alla valuta a cui è indicizzata l'obbligazione, l'investimento guadagna valore.

Per capire meglio il rischio di cambio, prendiamo ad esempio il caso di chi ha investito in obbligazioni in dollari quando il cambio EUR/USD era favorevole alla moneta europea: nel corso del 2022, infatti, il biglietto verde ha raggiunto e superato la parità dopo diversi anni, il che ha fatto sì che chi aveva investito in obbligazioni in dollari abbia avuto un guadagno significativo nel corso dell'anno.

Bisogna tener presente che il rischio di cambio può essere molto volatile e difficile da prevedere, dunque gli investitori devono prestare molta attenzione quando decidono di investire in obbligazioni in valuta estera. Una soluzione per limitare il rischio di cambio è sicuramente quella di diversificare il portafoglio di investimenti, investendo in obbligazioni in valute diverse o in altri strumenti finanziari che non sono legati a un'unica valuta.

Inoltre, gli investitori possono fare affidamento su strumenti di copertura valutaria, come i contratti a termine o le opzioni, per proteggere i propri investimenti dall'oscillazione dei cambi.


Investire in bond e Titoli di Stato: il rischio liquidità

Per "rischio di liquidità" si intende la liquidità dei compratori, che per diversi motivi possono non voler acquistare il bond e costringendo il venditore a piazzarlo a un prezzo più basso di quello effettivo. Si tratta di un rischio che colpisce soprattutto chi investe in obbligazioni senza tenerle però fino alla scadenza ma per venderle prima.

Questo rischio liquidità, come quello legato all'aumento dei tassi di interesse, va valutato nel corso del tempo in cui si tiene il bond: ovvio è che se i rendimenti crescono ed il prezzo dell'obbligazione scende, bisogna valutare se c'è un guadagno a incassare le cedole fino alla scadenza, mentre se si vuole vendere è certo che si incassa meno.

Per ciò che riguarda Titoli di Stato in particolare sono importanti i fondamentali dell'emittente. Da considerare anche che se un titolo è sotto stress, magari per rischio di default, la liquidità si prosciuga indipendentemente dalla grandezza delle emissioni.

Occorre prestare molta attenzione al liquidity risk, che va compreso nei suoi molteplici aspetti: nella guida Cosa è il rischio liquidità di un investimento tutti i dettagli.

Investimenti in obbligazioni e il rischio dell'aumento dei tassi di interesse

Quando una Banca Centrale annuncia una riduzione o un aumento del costo del denaro, o tasso di rifinanziamento principale, il mercato obbligazionario, in particolar modo quello dei Titoli di Stato ma anche delle obbligazioni corporate, ne risulta influenzato.

Ovviamente quando una banca centrale alza i tassi di interesse aumentano anche i rendimenti dei Titoli di Stato del paese stesso, con tutte le conseguenze del caso sul prezzo delle obbligazioni, ma più è importante la banca centrale e più si hanno assestamenti a livello internazionale: ad esempio se si tratta della Federal Reserve USA i rendimenti delle obbligazioni dei Paesi emergenti ne sono sensibilmente toccati perché c'è un effettivo aumento del costo di finanziamento del debito estero (che è in dollari), effetto negativo in Paesi che magari già si trovano in una difficile fase congiunturale.

Viceversa accade quando le principali banche centrali portano avanti politiche monetarie espansive con tassi di interesse molto bassi, come negli anni 2014-2020 quando Bce e Fed Usa hanno tenuto il costo del denaro praticamente a 0 e i rendimenti dei bond governativi sono stati stabilmente fermi (addirittura i Bund tedeschi per un certo periodo hanno avuto rendimento negativo).
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