06 gennaio 2023

Le Previsioni sui Mercati Emergenti per il 2023

Sebbene la crescita economica dei mercati emergenti sembra destinata a rallentare nel 2023, ci sono alcuni fattori che hanno il potenziale per sostenere i mercati azionari durante l'anno.

Secondo gli analisti è molto probabile che la crescita economica rallenterà nel 2023 a causa della contrazione della domanda globale di beni, delle prospettive più deboli per i prezzi delle materie prime e di politiche macroeconomiche più restrittive da parte delle principali potenze mondiali.

Tuttavia, l'allentamento dell'inflazione potrebbe preparare il terreno per la ripresa economica nel 2024 e un cambio di rotta della politica di zero Covid in Cina, unita alla stabilizzazione del dollaro (se non addirittura un deprezzamento) potrebbero sostenere i mercati azionari emergenti nel 2023, soprattutto nella seconda parte dell'anno.



Le prospettive economiche per il 2023 sono deboli e incerte e la volatilità potrebbe rimanere elevata nel breve termine, ma se permangono alcuni rischi, tra cui la guerra in Ucraina e la tensione geopolitica tra Stati Uniti e Cina, i mercati guardano avanti: le valutazioni sono migliorate, le aspettative sugli utili si sono ridimensionate e le valute sono generalmente convenienti. Il 2023 potrebbe portare un picco nel ciclo monetario e il 2024 a portare condizioni economiche migliori.

Mercati emergenti 2023: i fattori che rallenteranno la crescita

Riportiamo l'analisi sulla situazione dei Paesi Emergenti per il 2023 di David Rees, senior emerging markets economist di Schroders, secondo il quale le economie emergenti saranno appesantite dalla contrazione della domanda di beni da parte di Usa e Europa, a cui è legata quella dei prezzi delle materie prime, e dalle politiche protezioniste e fiscalmente poco accomodanti ancora predominanti.

Ma non è tutto negativo: ci sono elementi che aiuteranno i mercati emergenti, come dice lo stesso Rees e anche Tom Wilson, il responsabile degli investimenti azionari in mercati emergenti di Schroders di cui riportiamo l'analisi più sotto.

Il primo fattore che limiterà i mercati emergenti sarà la probabile recessione di Stati Uniti, Eurozona e Regno Unito, con conseguente calo della domanda globale di beni. Ciò costituirà una minaccia particolare per le economie in Asia, Europa centrale e orientale, Sud America e Messico che fanno affidamento sulle esportazioni per guidare la propria crescita.

In secondo luogo, nonostante la riapertura dell'economia cinese potrà dare sostegno alla domanda di risorse naturali, è probabile che una crescita globale più lenta peserà sui prezzi delle materie prime. Per lo meno, si ritiene improbabile che i mercati emergenti esportatori di materie prime avranno una crescita guidata dall'esportazione di commodities.

Infine, la crescita delle economie emergenti sarà ostacolata dalle politiche economiche più restrittive sia degli stessi paesi emergenti che delle economie sviluppate. In particolare, la politica fiscale si è generalmente inasprita negli ultimi e la strada percorsa pare che sarà la stessa, mentre per contrastare l'inflazione i governi cercano di riparare i danni arrecati alle finanze pubbliche durante lo scoppio di Covid-19 e le banche centrali alzano i tassi di interesse per ridurre la domanda. Il deterioramento delle posizioni della bilancia dei pagamenti significa che i tassi potrebbero dover aumentare ulteriormente in alcune parti dell'Asia e dell'Europa extra UE se le condizioni finanziarie globali continueranno a irrigidirsi.

Ma nel corso del 2023 ci sarà anche l'inversione di tendenza dell'inflazione, che nei mercati emergenti è intorno al suo picco e dovrebbe iniziare a ridursi nel corso dell'anno. L'impatto dei forti aumenti dei prezzi delle materie prime dopo che la Russia ha invaso l'Ucraina all'inizio del 2022 sarà ormai assorbito e la tendenza inizierà a invertirsi, con effetti sui prezzi nel settore alimentare ed energetico.
Le previsioni sull'inflazione alimentare nel 2023
Stime sull'inflazione alimentare 2023
(fonte: Schroders, dicembre 2022)

Se la combinazione di politiche più restrittive e crescita più lenta peserà sui fondamentali macroeconomici, l'allentamento dell'inflazione inizierà ad alleviare la pressione sui redditi reali e probabilmente consentirà ad alcune banche centrali di abbassare i tassi di interesse nella seconda metà dell'anno, avviando una ripresa ciclica per il 2024.


Previsioni per i mercati azionari dei Paesi Emergenti

Secondo Tom Wilson, responsabile degli investimenti azionari in mercati emergenti di Schroders, ci sono quattro potenziali supporti per i mercati azionari dei Paesi Emergenti nel 2023: l'allentamento della politica zero-Covid in Cina, la disinflazione globale (cioè il rallentamento e l'inversione di tendenza dell'inflazione), la stabilizzazione o anche il deprezzamento del dollaro, le attuali valutazioni che scontano le deboli aspettative sugli utili a breve termine.

La Cina avrà una ripresa del ciclo economico dopo che l'economia è stata sotto pressione a causa della politica zero-Covid e dello stress nel settore immobiliare: se l'allentamento delle restrizioni farà riprendere la produzione, per quel che riguarda il settore immobiliare le politiche di sostegno inizieranno a dare i loro effetti dopo la contrazione del 2022, dovuta al giro di vite alle norme che regolano il debito dei costruttori.

Con il rallentamento del tasso di inflazione e il conseguente aumento dei tassi di interesse nei mercati emergenti ci sarà un miglioramento dei tassi di interesse reali (aggiustati per l'inflazione) che darà sostegno alle valute dei Paesi Emergenti, che sembrano generalmente convenienti.
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Il tasso di cambio effettivo reale del dollaro, ovvero il suo valore rispetto a una media ponderata di diverse altre valute, attualmente è molto alto ma potrebbe indebolirsi se aumenta la convinzione che la Federal Reserve si stia muovendo con successo per contrastare l'inflazione. Un dollaro più debole dovrebbe consentire alle valute emergenti di riprendersi, alleviando la pressione sulle banche centrali e sulle condizioni finanziarie dei mercati emergenti.

In generale le prospettive di crescita globale per il 2023 sono scarse e restano gli interrogativi sull'inflazione e i tassi di interesse, ma va detto che comunque le attuali valutazioni riflettono prospettive sugli utili più pessimiste perché basate sulla situazione di mesi fa.

In ogni caso, lo stress a breve termine può determinare opportunità di investimento, in particolare basate su valutazioni con punti di ingresso interessanti come le società tecnologiche in Corea del Sud e Taiwan, che hanno una buona crescita strutturale. Le valutazioni azionarie sono mediamente più basse rispetto agli storici e una ripresa delle valute dei mercati emergenti aumenterebbe i rendimenti per gli investitori in dollari.
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