Dopo dieci rialzi del costo del denaro da luglio 2022, la Banca Centrale Europea inizia a ridurre gradualmente il costo del denaro: dopo averlo portato al 4,50% con l'ultimo aumento nel 2023 (ai massimi dal 2008), a giugno la BCE ha attuato un primo taglio dei tassi di interesse e a settembre un secondo, portando il tasso di rifinanziamento principale (il costo del denaro) al 3,90%.
Previsioni di stabilizzazione: l'inflazione rallenta, la BCE taglia il costo del denaro - La maggior parte degli analisti concorda che il picco del costo del denaro sia stato raggiunto e che la BCE ha iniziato a ridurre i tassi per sostenere la ripresa economica europea, ma con molta prudenza per continuare a ridurre l'inflazione, esplosa nel periodo post-pandemia e contenuta per l'appunto alzando i tassi di interesse di riferimento europeo.
L'inflazione nell'area euro è scesa significativamente dal picco del 10,6% di ottobre 2022 al 2,6% nell'estate 2024. Tuttavia, l'inflazione legata ai servizi rimane elevata, alimentata dalla crescita dei salari nell'Area Euro (esclusa l'Italia, come al solito).
Impatto sui tassi del mutui - Per chi ha un mutuo a tasso variabile, le rate rimangono elevate a causa degli aumenti dei tassi BCE dal 2022, ma si prevede un alleggerimento entro il 2025, con potenziali riduzioni progressive del TAEG sia per i mutui variabili che per quelli fissi.
Al momento, i mutui a tasso fisso hanno un TAEG medio tra il 4% e il 4,50%, mentre i variabili superano il 5%
In questo report che aggiorno ogni 4/6 settimane circa trovi tutto quello che riguarda l'andamento dell'IRS e dell'Euribor e le previsioni sui tassi di interesse dei mutui: ovviamente è abbastanza lungo e denso di numeri (tutti verificati su fonti come il sito della BCE, Il Sole 24 Ore, le associazioni dei consumatori ecc...), ma l'argomento richiede un'analisi dettagliata. In caso di dubbi o se riscontri errori non esitare a lasciare un commento in fondo all'articolo.
Aumento tasso BCE: gli effetti sui mutui del costo del denaro
La Banca Centrale Europea ha continuato ad alzare il costo del denaro a causa dell’inflazione, con l’ultimo rialzo nel 2023 che ha portato il tasso di rifinanziamento principale al 4,50%.Tra giugno e settembre 2024 è iniziata l'inversione di tendenza. La BCE ha comunque informato che "resta determinata ad assicurare il ritorno dell'inflazione all'obiettivo (del 2%, ndr) in modo tempestivo... per questo manterremo i tassi a livelli sufficientemente restrittivi per tutto il tempo necessario a questo scopo".
L’aumento dei tassi BCE ha avuto un impatto immediato sugli interessi dei mutui a tasso fisso e variabile, tanto che ancora nella seconda metà del 2024, dopo i fortissimi aumenti dei due anni precedenti, i mutui variabili hanno tassi medi intorno al 5,80%.
Con l’aspettativa di un calo graduale dei tassi BCE a partire dal 2024, i mutuatari potrebbero vedere un alleggerimento delle rate già dal prossimo anno: gli analisti prevedono una riduzione del TAEG dei mutui variabili nel 2025, con tassi che dovrebbero stabilizzarsi tra il 4,00% e il 5,00%.
Le previsioni Euribor per i prossimi mesi sono supportate anche dai dati sui futures, che indicano che entro giugno 2025 la rata media di un mutuo per una famiglia italiana (ovvero con importo da 120.000 euro e durata da 25 anni) potrebbe scendere fino a 500 euro.
Previsioni Eurirs mutui a tasso fisso
Il tasso Eurirs (IRS), che rappresenta il parametro per i mutui a tasso fisso, ha iniziato ad aumentare significativamente dal secondo trimestre del 2022, segnando la fine della "super convenienza" dei mutui fissi.Dopo un massimo toccato nel 2023, gli analisti prevedono una stabilizzazione seguita da un lieve calo dei tassi nel 2024 e nel 2025, grazie alle politiche monetarie della BCE che potrebbe iniziare a ridurre i tassi a partire dal prossimo anno.
Andamento dell'Eurirs - L’Eurirs è influenzato dai tassi obbligazionari europei e riflette la politica monetaria della BCE. Attualmente, il tasso Eurirs a 10 anni si attesta intorno al 3,21%, mentre quello a 20 e 30 anni rispettivamente a 3,14% e 2,90%.
Rispetto ai livelli del 2021, che erano intorno allo 0,50%, l'aumento è evidente.
Le previsioni sull'Eurirs per i prossimi anni sono incerte a causa dei fattori macroeconomici in gioco, tra cui l’inflazione e le potenziali recessioni globali. La BCE, dopo la politica restrittiva degli ultimi anni, dovrebbe adottare una politica monetaria moderatamente accomodante, che porterà a una discesa graduale anche dei tassi fissi.
Per chi ha già stipulato un mutuo a tasso fisso aumenti e cali non hanno effetti, in quanto gli interessi sono fissati al momento della stipula, gli aumenti sono relativi ai mutui nuovi. I mutuatari che intendono accedere a nuovi finanziamenti vedranno tassi ancora relativamente elevati fino alla fine del 2024, con una successiva riduzione prevista dal 2025.
Andamento Euribor e previsioni mutui a tasso variabile
Il tasso Euribor è salito costantemente dal 2022, segnando un'importante inversione rispetto agli anni precedenti, in cui è stato a livelli minimali se non addirittura negativi.Al 10 settembre 2024 l'Euribor a 1 mese si attesta intorno al 3,59%, l'Euribor a 3 mesi è al 3,46%, mentre il 6 mesi e il 12 mesi sono rispettivamente a 3,35% e 3,07%. Questi livelli riflettono la politica monetaria restrittiva della BCE e degli aumenti del costo del denaro attuati per contrastare l'inflazione.
Previsioni Euribor 2025 - Un calo dell'Euribor è previsto per il 2025, come conseguenza dei tagli ai tassi BCE.
La prospettiva è di vedere una riduzione delle rate, con un TAEG stimato intorno al 3% nella seconda metà del prossimo anno, sensibilmente meno rispetto al 4,50% registrato tra la fine del 2023 e l'inizio del 2024.
In conclusione, anche se il 2024 rimane un anno di tassi relativamente alti, le prospettive per i mutuatari a tasso variabile sono più positive rispetto al biennio precedente.
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Ovviamente nel corso di tutto l'ammortamento gli interessi e dunque la rata di un mutuo a tasso variabile possono aumentare e diminuire molte volte, a seconda delle condizioni macroeconomiche generali.
Gli interessi dei mutui a tasso variabile sono più direttamente influenzati dal costo del denaro, o tasso BCE, perché l'Euribor è determinato in buona misura dalla media dei tassi di interesse che le principali banche europee applicano al denaro che si prestano tra loro: se la Banca Centrale Europea alza il costo del denaro che immette nel sistema finanziario, automaticamente le banche sono costrette a farlo di conseguenza.
Dunque anche le previsioni per i mutui a tasso variabile dipendono da come andrà l'economia europea nei prossimi mesi e dalle mosse della BCE, stretta tra i due fuochi dell'inflazione e della crisi economica, in quadro internazionale molto difficile per svariati motivi.
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