06 maggio 2023

Tassi Mutui: Previsioni Euribor e Eurirs 2023, Aumenti Interessi e Rate

Come saranno i tassi dei mutui nei prossimi anni? e Quanto saliranno i tassi dei mutui? sono due domande molto comuni tra i consumatori, soprattutto da quando è ripresa l'inflazione e la BCE ha alzato i tassi di interesse dopo anni di politica monetaria espansiva con costo del denaro a zero: il 4 maggio 2023 ha annunciato il terzo rialzo del costo del denaro da inizio anno, un aumento di 25 punti base (0,25%) dopo quelli di 50 punti base del 16 marzo e di 25 punti base del 2 febbraio.

Nonostante gli analisti prevedano un rallentamento di questa politica monetaria restrittiva dall'autunno, la Banca Centrale Europea ha dichiarato che "le future decisioni del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi ufficiali siano portati a livelli sufficientemente restrittivi per conseguire un tempestivo ritorno dell'inflazione all'obiettivo di medio termine del 2%".

Per chi ha un mutuo a tasso variabile in corso il momento è parecchio difficile, con aumenti della rata ai limiti dell'assurdo. Chi ha un mutuo a tasso fisso acceso entro la prima metà del 2022 non ha problemi perché ovviamente la rata è bloccata, chi invece ha richiesto un mutuo a tasso fisso dalla seconda metà del 2022 o chi pensa di farlo nel 2023 si scontra con tassi di interesse ben più alti rispetto al periodo precedente.


Insomma, senza farla lunga, si può dire che sull'altare della lotta all'inflazione la BCE sacrifica chi è alle prese con un mutuo, aumentando il costo del denaro nel tentativo di frenare la corsa dei prezzi. Che poi l'inflazione in Europa sia arrivata comunque all'8/10% su base annua e che dobbiamo scervellarci su come risparmiare sulla spesa è un altro paio di maniche.

Comunque, in questo report che aggiorno ogni 4/6 settimane circa trovi tutto quello che riguarda l'andamento dell'IRS e dell'Euribor e le previsioni sui tassi di interesse dei mutui: ovviamente è abbastanza lungo e denso di numeri (tutti verificati su fonti come il sito della BCE, Il Sole 24 Ore, le associazioni dei consumatori ecc...), ma l'argomento richiede un'analisi dettagliata. In caso di dubbi o se riscontri errori non esitare a lasciare un commento in fondo all'articolo.

Aumento tasso BCE: gli effetti sui mutui del costo del denaro

A causa dell'inflazione la BCE ha aumentato il costo del denaro con ben sette rialzi dal mese di luglio 2022, l'ultimo quello del 4 maggio 2023 di 25 punti base che ha portato il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principale (il costo del denaro) al 3,75% e i tassi di rifinanziamento marginale e sui depositi rispettivamente al 4,00% e 3,25%. Si tratta dei livelli più alti dal 2008.

Secondo quando dichiarato da Christine Lagarde, presidente della BCE nella conferenza stampa successiva alla riunione del board della Banca Centrale, "non stiamo facendo una pausa, sappiamo che abbiamo ancora strada da percorrere" (il riferimento alla pausa è perché il 16 marzo l'aumento del costo del denaro fu dello 0,50%). La Lagarde ha poi aggiunto che "siamo in territorio restrittivo ma non ancora sufficientemente restrittivo, perché gli effetti della trasmissione monetaria non si vedono sull'economia reale. L'inflazione sta scendendo ma non stiamo ancora vedendo un impatto completo".

Le previsioni sul costo del denaro elaborate nel corso del 2022 sono dunque state rispettate, perché indicavano che già nella prima parte del 2023 la BCE avrebbe alzato il tasso principale al 3,00% / 3,50% e che il massimo si dovrebbe toccare sul finire della stagione estiva.

Tra gli effetti dell'aumento del costo del denaro e dei tassi BCE c'è l'immediato aumento dei tassi di interesse dei mutui a tasso fisso e variabile, frenato nell'estate 2022 dalle prospettive di un rallentamento dell'economia europea e mondiale ma ripreso sensibilmente con i successivi rialzi dei tassi di interesse.

Con i rialzi dei tassi BCE di febbraio e marzo gli effetti sugli interessi dei mutui sono stati minori, soprattutto per i mutui a tasso fisso perché l'indice IRS è un indice legato al mercato finanziario dei Titoli di Stato e dunque si muove in anticipo prevedendo lo stop agli aumenti del costo del denaro che dovrebbe esserci nella seconda parte del 2023.

Ma per ora i tassi BCE continuano a salire, come dimostra l'aumento del 4 maggio (il terzo da inizio anno) e con essi i tassi di interesse dei mutui, con un aggravio medio di 1800 euro annui (stime sui rincari 2023 in generale). Le più aggiornate previsioni su Euribor e Eurirs indicano per il 2023 aumenti che porteranno oltre il 4,50% il taeg dei mutui a tasso variabile e al 4% il taeg dei mutui a tasso fisso.

In questa fase di mercato si riduce la differenza tra mutui a tasso variabile e mutui a tasso fisso, con questi ultimi che risultano più convenienti e i cui tassi iniziano già a rallentare perché "prevedono" lo stop alla politica monetaria restrittiva della BCE nella seconda parte dell'anno.

La situazione è comunque molto fluida e di difficile lettura a causa anche della guerra in Ucraina e per gli analisti fare previsioni sui tassi dei mutui oggi è molto complicato, quanto meno nel medio-lungo periodo. Ma ormai è chiaro che gli interessi dei mutui aumenteranno ancora e saranno "sacrificati" per contenere l'inflazione su altri fronti.

Di certo c'è che per chi ha in corso un mutuo a tasso variabile gli aumenti dei tassi BCE da luglio 2022 stanno portando ad aumenti fortissimi. Ad esempio, secondo una simulazione di Facile.it per un mutuo variabile da 125.000 euro sottoscritto a gennaio 2022 con un tasso di interesse dello 0,67% e una rata da circa 460 euro al mese, dopo i rialzi del costo del denaro dovrebbe avere un tasso di interesse cresciuto fino al 4,20% e una rata schizzata a 690 euro.

Nella nota rilasciata in seguito all'aumento del 4 maggio 2023, il Codacons afferma che "se si considerano tutti gli incrementi imposti dalla Banca Centrale Europea a partire dallo scorso anno, la rata mensile di un mutuo a tasso variabile salirà complessivamente tra i 225 e i 295 euro rispetto a quanto pagato nel 2021, con ripercussioni sulle famiglie comprese tra i 2700 e 3540 euro all'anno".

aumenti delle rate dei mutui
Aumenti delle rate dei mutui di nuova stipula,
mutuo variabile Euribor 3 mesi e fisso Eurirs 30 anni, spread 1,50%,
importo 150mila euro (fonte: Corriere della Sera, dicembre 2022)

Rispetto a questa tabella, con il rialzo dei tassi di febbraio, marzo e maggio 2023 si vanno ad aggiungere altri 70/100 euro al mese, calcolati su un mutuo di 150mila euro per un immobile dal valore di 200mila euro (mutuo medio nazionale).

Previsioni Eurirs mutui a tasso fisso

Il tasso Eurirs, o IRS, in tutte le sue versioni ha iniziato ad aumentare sensibilmente dal secondo trimestre 2022, tornando ai livelli di 8 anni fa e di fatto chiudendo la fase della super convenienza dei mutui a tasso fisso.

L'andamento dell'Eurirs è influenzato dai tassi di interesse del mercato obbligazionario europeo e il fatto che segni rialzi notevoli è riflesso della situazione economico-finanziaria, segnata dall'inflazione che ha costretto la Banca Centrale Europea ad alzare il costo del denaro, portandolo dallo 0,0% degli ultimi anni fino al 3,75% di maggio 2023, con sette aumenti nel corso di 10 mesi. I mercati si sono mossi come sempre in anticipo e gli aumenti degli interessi delle obbligazioni ma anche dei mutui sono iniziati prima.

Contemporaneamente all'aumento del tasso di interesse principale, la BCE ha portato il tasso sui depositi da -0,50% a 3,25% e il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale da 0,25% a 4% (sempre nel periodo luglio 2022 - maggio 2023), chiudendo dopo un decennio l'era dei tassi di interesse a zero.

Pure la guerra in Ucraina, le altre tensioni internazionali e il timore di una possibile (ennesima) recessione mondiale contribuiscono ad aumentare i timori dei mercati. Anche la Fed Usa sta seguendo la stessa politica monetaria della BCE, con il costo del denaro arrivato al 5% - 5,25% con il rialzo del 3 maggio 2023.

Questa una sintesi dell'andamento dell'IRS, con gli aumenti dovuti al rialzo del costo del denaro:
  • IRS 10 anni: 2,56% il 21 giugno 2022 - 3,10% il 2 gennaio 2023 - 2,67% il 2 febbraio 2023 - 2,98% il 5 maggio 2023
  • IRS 20 anni: 2,58% il 21 giugno 2022 - 2,83% il 2 gennaio 2023 - 2,54% il 2 febbraio 2023 - 2,91% maggio 2023
  • IRS 30 anni: 2,33% il 21 giugno 2022 - 2,42% il 2 gennaio 2023 - 2,23% il 2 febbraio 2023 - 2,63% maggio 2023
Rispetto ai valori medi di giugno 2021, che si attestavano intorno allo 0,40% / 0,50% a seconda della durata, l'incremento è evidente. La cosa quasi incredibile è che, nonostante questi aumenti dei tassi di interesse, i mutui a tasso fisso sono ormai allo stesso livello dei mutui a tasso variabile, storicamente più convenienti.
andamento eurirs e previsioni tassi mutui

Le previsioni sull'Eurirs per i prossimi anni sono comunque incerte, perché i fattori che lo influenzano sono contrastanti: le aspettative di un rallentamento della crescita del PIL e i timori di recessione nell'Area Euro hanno contribuito a una leggera decrescita dell'IRS tra giugno e luglio 2022. Rimane il problema dell'inflazione, che secondo gli analisti dovrebbe mollare la presa a partire dalla seconda parte del 2023, ma che per la BCE resta ancora troppo alta.

La BCE alza i tassi di interesse per contrastare l'aumento dei prezzi al consumo, dovuto al rialzo dei prezzi delle materie prime a causa della guerra e alla ripresa post-Covid, ma in caso di crisi economica generalizzata la politica monetaria non può essere troppo restrittiva, anzi dovrebbe tornare ad essere espansiva. Per ora si mantiene la via della stretta monetaria, prevista in allentamento dall'autunno, ma le incognite restano molte.

Finché la BCE teneva il costo del denaro intorno a 0,50% / 0,75% la politica monetaria era una via di mezzo e le previsioni sui mutui a tasso fisso indicavano livelli intorno al 2%, massimo 2,50% per le varie versioni dell'IRS, ma con i nuovi aumenti dei tassi BCE le cose sono cambiate.

Con una politica monetaria restrittiva, perché con il costo del denaro ben oltre il 3 % e ulteriori rialzi già annunciati non ci sono dubbi che sia così data la situazione economica internazionale, le previsioni sui tassi dei mutui aggiornate indicano una media dei taeg dei mutui a tasso fisso intorno al 4,00 - 4,50% per la fine del 2023 (il taeg è la somma dell'Eurirs, dello spread bancario e delle spese accessorie del mutuo e rappresenta il costo effettivo totale del finanziamento).

NB - Ovviamente chi ha un mutuo a tasso fisso in corso non deve preoccuparsi perché non subisce alcun aumento in quanto gli interessi sono fissati al momento della stipula, gli aumenti sono relativi ai mutui nuovi. E ai mutui a tasso variabile già in corso, che hanno interessi che salgono e scendono a seconda del mercato.


Andamento Euribor e previsioni mutui a tasso variabile

Anche il tasso Euribor in tutte le sue versioni è in risalita, dopo anni in cui si era mantenuto in territorio negativo: nello specifico, in data 29 luglio 2022 l'Euribor 3 mesi era a 0,23%, l'Euribor 6 mesi a 0,65% e l'Euribor 12 mesi a 0,92% e solo l'Euribor 1 mese restava sottozero, ma la risalita era ormai iniziata e infatti a settembre, dopo il secondo aumento del costo del denaro, quotava a 0,38%, mentre le versioni a 3 mesi, 6 mesi e 12 mesi dell'Euribor erano rispettivamente a quota 0,81%, 1,36% e 1,91%.

Dopo gli aumenti del costo del denaro nell'autunno 2022 i rialzi dell'Euribor si sono fatti ancora più marcati, con l'aumento del costo del denaro di febbraio 2023 l'Euribor è salito ancora: gli effetti dei rialzi dei tassi della BCE sono più diretti che sull'Eurirs perché l'Euribor è un parametro determinato dal tasso di interesse medio applicato ai prestiti interbancari, che ovviamente seguono il costo del denaro deciso dalla Banca Centrale Europea.

Già al 3 febbraio, dopo l'annuncio del quinto rialzo dei tassi BCE, l'Euribor 1 mese è salito al 2,26%, l'Euribor 3 mesi a 2,54%, l'Euribor 6 mesi a 3,03% e l'Euribor 12 mesi a 3,44%.

Nelle settimane seguenti i rialzi sono aumentati per poi frenare in prossimità della riunione della BCE del 16 marzo perché ci si aspettava un aumento dello 0,25% e non dello 0,50% come poi è avvenuto, cosa che ha fatto riprendere la crescita dei tassi.

Dopo il rialzo del costo del denaro di maggio, il settimo in meno di un anno, l'Euribor 1 mese è arrivato a 3,10% e l'Euribor 3 mesi a 3,28%, l'Euribor 6 mesi a 3,58% e l'Euribor 12 mesi a 3,77%.
andamento euribor e previsioni

Previsioni Euribor 2023: a metà dello scorso anno si prevedeva un taeg dei mutui a tasso variabile intorno al 2,20% per l'inizio del 2023, ma queste indicazioni non sono più valide alla luce dei rialzi dei tassi BCE e il conseguente immediato effetto sui tassi dei mutui variabili, arrivati già a una media del 3,20% a inizio gennaio.

Le previsioni sui tassi dei mutui più aggiornate indicanti un livello medio dell'Euribor 3 mesi a circa 2,70% nel primo trimestre 2023 sono state realistiche e pienamente rispettate. Nel corso del 2023 il taeg dei mutui a tasso variabile potrebbe superare il 4,50%.


Un'analisi condotta da mutuisupermarket.it per conto di Repubblica dopo l'aumento del costo del denaro effettuato dalla BCE in ottobre mostra quanto può impattare un rialzo 75 punti base su un mutuo da 140.000 euro, cioè in linea con la media nazionale: ipotizzando un tasso variabile parametrato all'Euribor 3 mesi più uno spread dell'1%, l'aumento dei tassi dello 0,75% porta a un aumento della rata mensile tra 45 e 50 euro, a seconda della durata del rimborso, da 15 a 30 anni. Si tratta di aumenti da aggiungere a quelli già avvenuti nei precedenti mesi, dopo il primo rialzo del costo del denaro deciso dalla BCE a luglio.

Ovviamente nel corso di tutto l'ammortamento gli interessi e dunque la rata di un mutuo a tasso variabile possono aumentare e diminuire molte volte, a seconda delle condizioni macroeconomiche generali.

Gli interessi dei mutui a tasso variabile sono più direttamente influenzati dal costo del denaro, o tasso BCE, perché l'Euribor è determinato in buona misura dalla media dei tassi di interesse che le principali banche europee applicano al denaro che si prestano tra loro: se la Banca Centrale Europea alza il costo del denaro che immette nel sistema finanziario, automaticamente le banche sono costrette a farlo di conseguenza.

Dunque anche le previsioni per i mutui a tasso variabile dipendono da come andrà l'economia europea nei prossimi mesi e dalle mosse della BCE, stretta tra i due fuochi dell'inflazione e della crisi economica, in quadro internazionale molto difficile per svariati motivi.
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