Se neanche l'annullamento di azioni e obbligazioni funziona, è possibile il prelievo forzoso da conti correnti e deposito oltre i 100.000 euro. Se neppure il prelievo forzoso riesce a salvare la banca, il fallimento bancario avviene secondo le consuete norme e con l'intervento del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi per rimborsare i correntisti.
Come prevede la direttiva europea Brrd (Bank recovery and resolution directive), il bail-in si usa solo per salvataggio bancario, non anche per generiche difficoltà di bilancio o patrimoniali, e solo dopo il commissariamento da parte della banca centrale dello Stato dove ha sede la banca in crisi. I correntisti entrano in ballo solo dopo azionisti e detentori di obbligazioni.
In Italia i casi di Banca Etruria, Banca Marche, CariFe, CariChieti, Veneto Banca e Popolare di Vicenza sono chiari esempi di salvataggio bancario con bail-in, che ha portato all'annullamento di azioni e obbligazioni subordinate di molti risparmiatori: è quindi necessario spiegare cosa è il bail-in e come funziona per impedire il fallimento bancario.
Come funziona il salvataggio banche col bail-in
Il salvataggio bancario col bail-in ha sostituito il bail out dal 1 gennaio 2016, un meccanismo storico che negli anni della crisi dei mutui e del debito pubblico europeo ha mostrato la sua debolezza. In pratica il salvataggio bancario col bail avviene con soldi pubblici, si salva una banca con le tasse pagate da tutti i cittadini e nei casi di crisi finanziarie come quella del periodo 2008-12 si mettono in difficoltà anche i conti pubblici.La famosa crisi del debito sovrano degli anni 2010-2012 (rapporto debito/Pil dell'Eurozona salito all'80% medio, con picchi elevatissimi in Italia, Spagna, Portogallo) infatti ha avuto tra le sue cause anche i salvataggi attuati per impedire il collasso del sistema bancario europeo, che mostrò quasi improvvisamente le sue magagne nascoste e pagate da tutti i cittadini tramite l'aumento dei tassi.
Invece con il bail-in azionisti, obbligazionisti e correntisti partecipano alle perdite della banca che quindi dovrebbero restare "limitate" a chi ha a che fare con essa (magari così aumenta anche la vigilanza degli stessi clienti e di chi investe...) e non spalmate su tutta la popolazione.
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Se l'amministrazione controllata da Bankitalia della banca in crisi non riesce a risanare i conti e/o a trovare acquirenti per l'istituto e dunque diventa necessario un piano di salvataggio bancario, queste sono le figure chiamate a metterci i soldi:
- azionisti che hanno Titoli della banca in questione nel portafoglio
- chi detiene obbligazioni subordinate (le più rischiose)
- chi detiene obbligazioni senior (ordinarie non garantite)
- correntisti (conto corrente o conto deposito)
- il prelievo forzoso sui conti può essere effettuato solo su quelli con somme da 100.000 euro in su, se il conto corrente o deposito non supera tale limite non può essere toccato
- fino a 100.000 euro si è protetti dal fallimento bancario grazie al Fondo di Tutela dei Depositi Interbancari
- come spiegato nella guida al conto corrente cointestato, il limite di 100.000 euro vale per ogni intestatario: nel caso di un conto cointestato per esempio tra marito e moglie o tra soci, l'assicurazione copre fino a 200.000 euro
- il bail-in non può assolutamente toccare gli investimenti che il cliente ha nel deposito titoli: la banca in difficoltà finanziarie offre solo la funzione di custodia (a meno che non si tratti di azioni o obbligazioni di una banca che richiede la procedura di salvataggio)
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