08 novembre 2022

Calcolo Bonus Irpef e Redditi da Considerare

Il bonus Irpef in busta paga, detto anche trattamento integrativo, è di 100 euro per i lavoratori dipendenti con reddito fino a 15mila euro l'anno, che lo ricevono direttamente nello stipendio, mentre per i lavoratori dipendenti con reddito da 15mila euro fino a 28mila euro il bonus Irpef è rapportato all'incapienza dell'imposta lorda, in pratica si riduce all'aumentare delle detrazioni fiscali godute in dichiarazione dei redditi.

Il bonus Irpef in busta paga, nato come "bonus 80 euro" con il governo Renzi, nel corso degli anni è stato modificato varie volte: dal luglio 2020 è salito a 100 euro per i lavoratori con reddito fino a 28mila euro e poi a scalare per quelli con reddito fino a 40mila euro annui, poi dal 2022 la Legge di Bilancio ha introdotto i più bassi limiti di reddito su indicati, che sono quelli attualmente vigenti.

In questa guida aggiornata tutti i dettagli, in particolare su quali redditi concorrono al calcolo della fascia di reddito per averne diritto.


Cosa è il Bonus Irpef e chi ne ha diritto

Come detto il bonus in busta paga è per chi ha un reddito da lavoro dipendente, per i lavoratori soci di cooperative, ma anche per disoccupati che prendono l'indennità di disoccupazione in quanto si tratta di un reddito sostitutivo dello stipendio.

Sono compresi tra gli aventi diritto del bonus i percettori di questi redditi in quanto equiparati a reddito da lavoro dipendente: indennità o compensi percepiti a carico di terzi dai lavoratori dipendenti per incarichi svolti in relazione a tale qualità, borsa di studio, premio o sussidio per fini di studio o addestramento professionale, redditi derivanti da rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, compensi per lavori socialmente utili

Il trattamento integrativo non è per i pensionati (esclusi anche i redditi da pensione complementare) e per gli incapienti, cioè chi ha un reddito da lavoro inferiore agli 8000 euro lordi l'anno: il bonus Irpef è formalmente uno "sconto" sulle tasse in busta paga, ma sotto gli 8000 euro l'anno non si pagano tasse sul reddito da lavoro dipendente.

La maggior parte dei soggetti che ne hanno diritto non deve fare nulla, è compito del sostituto d'imposta (datore di lavoro, INPS, Fisco...) fare il calcolo e "inserire" direttamente il bonus in busta paga.

Calcolo Bonus Irpef in busta paga

Dal 1 gennaio 2022 valgono le nuove fasce di reddito per il bonus Irpef e per i lavoratori dipendenti con reddito fino a 15mila euro l'anno il trattamento integrativo è di 100 euro direttamente in busta paga.

Il bonus in busta paga è diventato proporzionale all'incapienza dell'imposta lorda per i lavoratori dipendenti e assimilati con redditi compresi fra i 15mila e i 28mila euro. Il calcolo spetta al datore di lavoro.

Cosa è l'incapienza dell'imposta lorda rispetto alle detrazioni spettanti al contribuente? Calcolato il reddito lordo a cui si applica l'Irpef e poi le detrazioni fiscali a cui si ha diritto, ne risulta che l'importo del bonus Irpef in busta paga è pari alla differenza tra l'imposta lorda dovuta e il totale delle detrazioni spettanti, fermo restando il limite massimo per il trattamento integrativo di 1200 euro annui, che non è superabile.

ATTENZIONE: siccome il datore di lavoro (sostituto d'imposta) può non conoscere tutte le detrazioni alle quali il lavoratore ha diritto, l'Agenzia delle Entrate ha chiarito erogherà il bonus Irpef sulla base delle detrazioni a lui note, l'eventuale conguaglio a favore il dipendente potrà averlo nella dichiarazione dei redditi, nel momento in cui il inserirà le altre detrazioni spettanti.

Bonus Irpef, redditi da considerare

Passiamo ora ad elencare le voci reddituali che vanno considerate o non considerate per il calcolo del reddito complessivo per il bonus. Il bonus è per i lavoratori dipendenti e assimilati che abbiano un reddito annuo lordo come su indicato, al netto del reddito dell'unità immobiliare adibita ad abitazione principale e delle relative pertinenze, compreso delle voci che ora indicheremo e che superi la soglia della capienza, cioè che le detrazioni da lavoro dipendente non siano superiori all'imposta Irpef (le detrazioni per parenti a carico non si considerano in questo caso).

Redditi da lavoro o assimilati che si considerano per il calcolo del Bonus Irpef:
  • redditi di lavoro dipendente di cui all’art. 49 del T.U.I.R. comma 1 e comma 2 lett. b)
  • redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente, di cui al comma 1 dell’art. 50, del T.U.I.R appartenenti alle seguenti categorie: compensi percepiti dai lavoratori soci delle cooperative (lett. a) - indennità e compensi percepiti a carico di terzi dai lavoratori dipendenti per incarichi svolti in relazione a tale qualità (lett. b) - somme da chiunque corrisposte a titolo di borsa di studio o di assegno, premio o sussidio per fini di studio o addestramento professionale (lett. c) - redditi derivanti da rapporti di collaborazione coordinata e continuativa (lett. C-bis) - remunerazioni dei sacerdoti (lett. d) - redditi da pensione pensioni di ogni genere e gli assegni ad esse equiparati - i fondi pensione per previdenza complementare - compensi per lavori socialmente utili in conformità a specifiche disposizioni normative (lett. l)
In più si devono aggiungere le seguenti voci di reddito, che appunto come quelli sopra elencati concorrono al calcolo della fascia di reddito per avere diritto al bonus in busta paga:
  1. i redditi di unità immobiliari che non siano adibiti ad abitazione principale anche se regolati con cedolare secca
  2. redditi per prestazioni a sostegno del reddito (indennità di disoccupazione, Cassa Integrazione, mobilità ecc.)
  3. indennità di maternità per congedo obbligatorio
  4. congedo obbligatorio del padre
  5. i redditi da lavoro autonomo, anche occasionale
  6. i redditi diversi
Non vanno considerati per il calcolo del reddito complessivo il reddito derivante dall’abitazione principale e relative pertinenze, i redditi assoggettati all’imposta sostitutiva per gli incrementi di produttività fino a 3.000 euro.

Bonus Irpef per chi non ha sostituto d'imposta

Chi ha lavorato come dipendente di un soggetto non sostituto d'imposta oppure che ha chiuso il proprio rapporto lavorativo, potrà chiederlo come credito nella dichiarazione dei redditi, a compensazione o a rimborso, anche nel caso il datore di lavoro non abbia versato il bonus in busta paga.

Restituzione del bonus in busta paga non spettante

Abbiamo detto che chi ha diritto al Bonus Irpef non deve dare comunicazione alcuna: invece va comunicato all'INPS che non se ne ha diritto se si percepiscono ulteriori redditi oltre a quelli erogati dal sostituto d'imposta, cioè se oltre a stipendio, pensione, disoccupazione, si hanno altre entrate che fanno superare i limiti di reddito previsti.

Nel caso sia stato erogato il bonus a questi soggetti che non ne hanno diritto, in seguito il sostituto d'imposta potrà riavere indietro quanto dato e il contribuente lo "rimborserà" nella dichiarazione dei redditi, più precisamente col conguaglio di fine anno, oppure con trattenute sullo stipendio o la pensione o il sussidio di disoccupazione.
1 commento:
Anonimo ha detto...

Paolo , dovrei prendere 23.000 euro lordi ma ne prendo netti 16.000 , do' allo stato 7.000 euro di tasse Irpef , un vero latrocinio , vergogna